Anche Google ha deciso di celebrare Friedlieb Ferdinand Runge, lo scienziato che per primo isolò la caffeina e il chinino,  anche se il suo contributo alla chimica è spesso trascurato. Fu lui ad inventare anche la cromatografia su carta, una delle più vecchie tecniche cromatografiche, un sistema di separazione di una miscela omogenea. Nato in Germania in 1794, figlio di un pastore ed il terzo di sette bambini, facendo apprendistato nella farmacia di suo zio, si ritrovò una goccia di succo di giusquiamo nel suo occhio, e notò che la sua pupilla si dilatò. Facendo esperimenti sull’occhio di un gatto, pubblicò una dissertazione sugli effetti tossici dell’atropina, una sostanza trovata in piante come il giusquiamo e l’atropa belladonna. L’atropina blocca i recettori per il neurotrasmettitore acetilcolina, rilasciato dal sistema nervoso per l’attivazione muscolare.

Runge studiò chimica all’università di Jena in Germania, il suo insegnante J.W. Döbereiner fu un consulente dello scrittore Johann Wolfgang von Goethe. I suoi compagni di studio lo chiamavano “Dottor Gift”, la parola tedesca che indica il veleno. Döbereiner organizzò una dimostrazione dove Runge presentò a Goethe la capacità dell’atropina di dilatare le pupille dei gatti. Goethe rimase impressionato e alla fine del loro incontro, consegnò a Runge un pacchetto di chicchi di caffè, suggerendo che sarebbe valsa la pena di investigare la loro composizione chimica. Runge studio i chicchi e più tardi quello stesso anno, scoprì la caffeina.

Nel 1819, ancora studente, fece un’altra incredibile scoperta per cui gli viene di rado dato credito, isolò il Chinino dalla corteccia di Cinchona. La scoperta del Chinino, il primo composto efficace contro la malaria, è generalmente attribuito a Pierre Joseph Pelletier e Joseph Bienaimé Caventou, che relazionarono il proprio lavoro l’anno successivo.

In quel tempo, gli studenti in Germania dovevano sostenere l’esame di dottorato in latino, ma Runge aveva frequentato solo le scuole elementari, senza imparare altre lingue. Passò l’esame sfoderando una serie di frasi idiomatiche quali “practica est multiplex” (la pratica è varia); “post nubila phoebus” (il sereno dopo la tempesta); e “errare est humanum” (sbagliare è umano).

Nei suoi ultimi anni Runge, rimasto scapolo per tutta la vita, indirizzò la sua abilità verso tematiche di tipo domestico, quali rimuovere la ruggine, ottenere vini dalla frutta, conservare carni e verdure e dimostrare le sue abilità culinarie nelle cene organizzate.